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Rivalutazione dei beni aziendali: perché conviene?
- Maggio 21, 2021
- Pubblicato da: Ilenia Lofaro
- Categoria: Blog
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Qualora il valore dei beni materiali o immateriali (esclusi quelli “merce”) risultanti dal bilancio chiuso al 31 dicembre 2019 risulti inadeguato, è possibile effettuarne la rivalutazione nel bilancio chiuso al 31 dicembre 2020 adeguando il valore a quello reale.
E’ opportuno valutare questa opportunità tenuto conto che:
- le quote di ammortamento saranno rapportate al nuovo costo fiscalmente riconosciuto a partire dall’esercizio successivo a quello in cui la rivalutazione è eseguita (quindi dal 2021)
- l’eventuale imposta sostitutiva per l’ottenimento degli effetti fiscali è del solo 3%.
- la rivalutazione può avere solo valenza civilistica, quindi, potrebbe essere iscritto il maggior valore in bilancio senza pagare alcuna imposta.
- aumenta il valore dei componenti attivi del patrimonio, migliorando il rapporto fra il capitale proprio e capitale di debito e di conseguenza il rating bancario
- a partire dal quarto esercizio successivo a quello in cui la rivalutazione è effettuata (e quindi dal 1° gennaio 2024) il maggior valore è riconosciuto anche ai fini della determinazione della plusvalenza (o minusvalenza) derivante dalla cessione del bene. In caso di vendita del bene, la plusvalenza sarà calcolata sulla differenza fra il valore della vendita e il valore del bene rivalutato, con la possibilità quindi di minimizzare la plusvalenza stessa e riduzione del carico fiscale
- a differenza delle precedenti rivalutazioni, non è previsto l’obbligo di rivalutare tutti i beni appartenenti alla stessa categoria omogenea, con la conseguenza che la rivalutazione può riguardare anche un solo bene
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